Guardavo compiaciuto la parete ricolma di attestati e diplomi, collezionati negli anni.
Un tipo mi disse che non eran quelle cornici a parlar di me, ma i miei cani.
Rimasi perplesso e pensieroso.
Contemplavo fiero la mia divisa carica di mostrine, fregi, stemmi e titoli.
Mentre la riponevo cauto, vidi un tipo giocare nella polvere con il suo cane.
Si pulì a manate la logora divisa e si allontanò sereno, con qualche pelo in bocca, la sabbia negli occhi ed un gran cane che lo guardava con il muso all’insù.
Ammiravo orgoglioso la mia costosa attrezzatura.
Mentre cercavo di comprimere il tutto nello zaino, scorsi un tipo con la suola degli scarponi rifatta più volte ed una corda vecchia per guinzaglio.
In spalla aveva un logoro sacco con diversi sfregi che facevan vedere poche utili cose, ma tanta esperienza.
Si allontanò annusando l’aria e capendo dove andare seguendo il vento.
Studiavo con bramosia ogni testo di illustre autore e divoravo, mai sazio, ogni scritto.
Passò un tipo con gli scarponi sporchi che sorrise e si meravigliò perché nessuna di quelle pagine aveva una ditata od ombra di fango.
Discutevo col mondo intero di allertamenti, missioni ed eroismi.
Parlavo a voce alta tra le sirene chiassose di ingombranti mezzi.
Scorsi un tipo superare a piedi l’intera colonna, camminava silenzioso e di buon passo sul ciglio della strada. Stavolta lo fermai, gli chiesi come poteva essere sempre avanti a tutti, ancora una volta sorrise, mi disse che per tornare indietro si fa sempre in tempo, mentre per mettersi in cammino non si deve mai indugiare.
Grazie a quel tipo e a quanti, con il loro esempio, continuano ad insegnarci queste cose.
…ne facciamo tesoro…